Prima che tu dica "Pronto"

venerdì, febbraio 01, 2013 2 commenti
È in questo silenzio dei circuiti 
che ti sto parlando. 
So bene che, quando finalmente
le nostre voci riusciranno 
ad incontrarsi sul filo,
ci diremo delle frasi generiche e monche; 
non è per dirti qualcosa 
che ti sto chiamando, 
né perchè creda che tu 
abbia da dirmi qualcosa. 

Ci telefoniamo perché solo nel chiamarci 
a lunga distanza,
in questo cercarci a tentoni 
attraverso cavi di rame sepolti, 
relais ingarbugliati, 
vorticare di spazzole di selettori intasati,
in questo scandagliare il silenzio
e attendere il ritorno di un’ eco, 
si perpetua il primo richiamo 
della lontananza,
il grido di quando la prima grande crepa 
della deriva dei continenti s’è aperta 
sotto i piedi d’una coppia di esseri umani
e gli abissi dell’oceano si sono spalancati
a separarli mentre l’uno su una riva 
e l’altra sull’altra trascinati
precipitosamente lontano 
cercavano col loro grido 
di tendere un ponte sonoro che ancora 
li tenesse insieme 
e che si faceva sempre più flebile 
finché il rombo delle onde 
non lo travolgeva senza speranza.

Da allora la distanza è l’ordito 
che regge la trama d’ogni storia d’amore
come d’ogni rapporto tra viventi, 
la distanza che gli uccelli cercano
di colmare lanciando 
nell’aria del mattino
le arcate sottili dei loro gorgheggi,
così come noi lanciando 
nelle nervature della terra 
sventagliate d’impulsi elettrici 
traducibili in comandi per i sistemi a relais: 
solo modo che resta agli esseri umani
di sapere che si stanno chiamando 
per il bisogno di chiamarsi e basta. 


Italo Calvino


2 commenti:

  1. "Chiamare e basta" non mi basta. Non sono mai pronto a dire "pronto", ma so di essere sempre pronto a dire un "sì" quando chiama un "ma".

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